Prologo: I Sogni delle Colline
Il vento soffiava dolcemente tra le colline di Telrath, facendo ondeggiare i fili d’erba come un mare verde che si estendeva fino all’orizzonte. Aeryn stava seduta sull’orlo di una scogliera, osservando il cielo tingersi di arancione mentre il sole tramontava. Da bambina, aveva sempre sognato di volare, di staccarsi dal mondo e lasciare ogni cosa dietro di sé, di vedere il mondo dall’alto, libero da qualsiasi vincolo. Era convinta che se fosse riuscita a salire su un drago, avrebbe potuto trovare un nuovo posto per sé, uno che nessuno avrebbe osato criticare.
Nella valle sottostante, vide una formazione di draghi volare in formazione, i loro corpi maestosi incastonati nei colori del tramonto. Ogni volta che li vedeva, il suo cuore batteva più forte, e il desiderio di unirsi a loro diventava sempre più reale, più urgente. Era questo che la spingeva avanti ogni giorno, a dispetto di ogni paura e ostacolo.
A Telrath, tuttavia, i cavalieri di draghi erano figure leggendarie. Solo i più nobili e forti venivano scelti per entrare nella prestigiosa Accademia del Drago. Aeryn, una ragazza comune, con una corporatura esile e una famiglia di contadini, sembrava destinata a una vita di lavoro nei campi. Ma nel suo cuore sapeva che il suo destino era diverso, che era nata per cavalcare le creature più imponenti del mondo. E niente, nessun insulto, nessuna difficoltà, avrebbe potuto fermarla.
Capitolo 1: Il Richiamo del Drago
Le giornate di Aeryn cominciavano sempre con il rumore delle pentole in cucina e la voce di sua madre che la chiamava. L’odore del pane appena sfornato riempiva la piccola casa in cui vivevano. La mattina era il momento delle speranze e delle promesse, prima che il lavoro nei campi le riempisse le mani di calli e le togliesse ogni energia. Ma quel giorno era diverso: era il giorno in cui i selezionatori dell’Accademia sarebbero passati per il villaggio, alla ricerca di nuovi talenti.
“Non sperare troppo, Aeryn,” disse la madre, sistemandole un ciuffo ribelle di capelli. “Sappiamo tutti quanto siano difficili le prove.”
Aeryn annuì, ma il suo cuore non volle sentire ragioni. Durante l’intera giornata, continuava a guardare verso la strada principale, aspettando di vedere i cavalieri. Quando finalmente arrivarono, il villaggio si fermò. Cavalcavano draghi enormi, le loro armature scintillanti riflettevano i raggi del sole. Sembravano esseri di un altro mondo. Aeryn li guardò avvicinarsi con un misto di timore e desiderio.
Il comandante della spedizione, un uomo alto e severo di nome Sir Althar, si fermò di fronte alla folla radunata. “Stiamo cercando giovani che possano dimostrare il loro valore. Solo i migliori saranno selezionati,” dichiarò, la sua voce ferma come acciaio.
Quando Aeryn si fece avanti, vide i sussurri scorrere tra i compaesani. “È troppo fragile,” dicevano, “non ce la farà mai”. Ma lei si mise in fila, il suo sguardo fisso e determinato.
Le prove furono brutali. Scalate ripide, corse estenuanti, e il sollevamento di armi pesanti. Aeryn, sebbene più debole fisicamente degli altri candidati, non si fermò mai, nemmeno quando le gambe cominciarono a cedere e i polmoni sembravano bruciare. Sir Althar la guardava con un misto di curiosità e dubbio. Alla fine della giornata, mentre molti dei ragazzi robusti avevano abbandonato, Aeryn era ancora lì, stremata ma ancora in piedi.
Il comandante si avvicinò a lei. “La determinazione è una delle qualità più importanti,” le disse. “Domani andrai alla Montagna dei Draghi, e vedremo se il tuo cuore è veramente di acciaio.”
Capitolo 2: La Fragilità di Aeryn
La Montagna dei Draghi era imponente, con le sue cime avvolte nelle nebbie e il profondo silenzio che le conferiva un’aura di sacralità. Aeryn si ritrovò lì insieme ad altri cinque candidati, tutti ragazzi che avevano dimostrato una forza fisica maggiore della sua. Tra loro spiccava Rurik, un giovane alto e muscoloso, figlio di un nobile locale. Aeryn lo aveva sentito vantarsi più volte delle sue capacità, e del fatto che i draghi avrebbero scelto lui senza esitazione.
Il compito era semplice sulla carta: entrare nella grotta dei draghi e convincere uno di loro a seguirli. In realtà, sapevano tutti che solo pochi sarebbero stati accettati. I draghi erano creature orgogliose, capaci di percepire la vera essenza di una persona. Non bastava essere forti; bisognava avere il cuore e la mente aperti, e una determinazione senza pari.
Uno alla volta, i candidati entrarono nella grotta. Le ore passavano lentamente, e il cielo sopra di loro cominciava a farsi scuro. Quando arrivò il turno di Aeryn, il cuore le batteva all’impazzata. Entrò nel tunnel, sentendo l’aria diventare più fredda e l’odore acre delle creature antiche. Alla fine della grotta, un gruppo di draghi sedeva in cerchio, i loro occhi simili a pozze di lava fusa la fissavano.
Un drago dalle squame di bronzo si avvicinò a lei. Era Nyverath, un giovane drago che sembrava tanto curioso quanto lo era lei. Aeryn si inginocchiò di fronte a lui, non per timore, ma per rispetto. “Non sono la più forte né la più veloce,” disse, la voce tremante. “Ma ho un desiderio che brucia in me, ed è quello di volare e proteggere questo mondo insieme a te.”
Per un attimo che sembrò eterno, Nyverath la osservò. Poi, con un ruggito che riempì la grotta, avvicinò il muso e toccò la fronte di Aeryn con una delicatezza sorprendente. La connessione tra loro si stabilì all’istante, e Aeryn sentì un calore profondo che la attraversava. Nyverath l’aveva scelta.
Capitolo 3: Prove di Fuoco
I giorni successivi furono i più duri della sua vita. Ora che aveva un drago, Aeryn doveva imparare a diventare una vera cavaliere. Gli allenamenti iniziavano all’alba e duravano fino a notte inoltrata. Non era solo questione di combattere, ma di comunicare con Nyverath, di comprendere le sue esigenze, di costruire un legame di fiducia che sarebbe stato fondamentale in battaglia.
Sir Althar osservava ogni loro movimento, mentre Rurik e gli altri cavalieri spesso la provocavano, cercando di spezzare il suo spirito. Una sera, durante una simulazione di battaglia, Rurik la spinse intenzionalmente contro una roccia, facendola cadere pesantemente. “Sei un peso per tutti noi, Aeryn,” le sibilò, “torna a casa, al tuo posto.”
Ma Aeryn non si lasciò scoraggiare. Si rialzò, il volto rigato di sudore e sporco. Ogni caduta era un promemoria del motivo per cui aveva iniziato tutto questo: non per dimostrare qualcosa agli altri, ma per se stessa, per realizzare il suo sogno.
Capitolo 4: L’Ascesa tra i Cavalieri
Con il passare dei mesi, Aeryn cominciò a guadagnarsi il rispetto dei suoi compagni, anche se molti erano ancora diffidenti. Durante un addestramento con Nyverath, riuscì a eseguire una manovra acrobatica che nessun altro era stato in grado di completare, una virata stretta tra le cime delle montagne che richiedeva una coordinazione perfetta tra cavaliere e drago. Sir Althar la osservò con un sorriso appena accennato. “Stai migliorando, ragazza,” le disse, senza troppe cerimonie.
Aeryn e Nyverath divennero un’unica entità in battaglia, imparando a fidarsi l’uno dell’altra in ogni situazione. La loro connessione era talmente forte che, durante le prove più dure, sembrava che Nyverath anticipasse i suoi comandi prima ancora che lei li esprimesse.
Capitolo 5: Tradimenti e Lealtà
Nonostante il suo crescente successo, Aeryn scoprì presto che l’Accademia nascondeva dei segreti. Una notte, mentre stava pattugliando i confini, scoprì Rurik e altri due cavalieri che sussurravano tra loro, circondati da strani simboli disegnati per terra. Qualcosa non andava. Le parole che riuscì a cogliere parlavano di un complotto per minare l’autorità di Sir Althar e assumere il controllo dell’Accademia.
Aeryn si trovò a dover scegliere: denunciare Rurik e rischiare di non essere creduta o agire da sola. Decise di affrontarlo in privato, ma questo portò a uno scontro diretto. Rurik, rabbioso, evocò una creatura delle ombre per eliminare la minaccia di Aeryn. Fu solo grazie a Nyverath che riuscì a resistere: insieme, combatterono fino all’alba, riuscendo infine a sconfiggere la creatura.
Quella notte cambiò tutto. Aeryn salvò non solo se stessa, ma anche gli altri cavalieri che si erano trovati minacciati dalle creature evocate da Rurik. Sir Althar, riconoscente, le assegnò il titolo di guardiana dell’Accademia, un onore concesso solo ai più coraggiosi.
Capitolo 6: Nel Cuore della Montagna
Dopo la battaglia contro la creatura delle ombre evocata da Rurik, le cose all’Accademia cambiarono drasticamente. Aeryn, ora riconosciuta come una guardiana, sentiva la responsabilità di proteggere non solo Nyverath ma anche tutti i cavalieri. Sir Althar la convocò personalmente, conducendola nelle profondità della Montagna dei Draghi, un luogo sacro dove pochissimi avevano il permesso di entrare.
Camminarono attraverso tunnel intricati, illuminati da cristalli luminescenti che splendevano di una luce soffusa, e la loro eco si riverberava sulle pareti rocciose. Althar si fermò davanti a una grande porta di pietra, decorata con antichi simboli e incisioni raffiguranti draghi e cavalieri. “Questo è il cuore della Montagna, Aeryn,” disse Sir Althar, la sua voce riflettendo un profondo rispetto. “Qui giace il potere antico che ci permette di proteggere le terre di Telrath.”
Una volta entrati, Aeryn rimase senza parole. Davanti a lei, un’enorme caverna si apriva, al centro della quale si trovava un cristallo dorato, sospeso in aria. La sua luce irradiava calore, e i draghi presenti si inchinavano rispettosamente in sua presenza. Althar spiegò ad Aeryn che il cristallo era la fonte dell’energia che connetteva i draghi ai loro cavalieri, il legame stesso che li rendeva capaci di combattere come un’unica entità.
“Ma il cristallo è in pericolo,” spiegò Althar, con il volto segnato dalla preoccupazione. “Ci sono voci che parlano di un potente stregone che intende usarne il potere per i suoi scopi malvagi. Abbiamo bisogno di te e di Nyverath. Dovete proteggere questa fonte con tutte le vostre forze.”
Aeryn sentì il peso della responsabilità gravare sulle sue spalle, ma al contempo, un nuovo senso di appartenenza e determinazione la pervase. Questa missione non riguardava più solo lei e il suo sogno: riguardava il destino di tutti i draghi e i cavalieri di Telrath.
Capitolo 7: Il Drago di Nyverath
Nyverath, il giovane drago di Aeryn, stava crescendo rapidamente. Ogni giorno che passava, diventava più forte, e le sue ali, un tempo deboli e fragili, si allungavano maestose come quelle dei draghi più anziani. Ma mentre la forza di Nyverath cresceva, aumentavano anche le sue difficoltà interiori.
Una notte, mentre il vento freddo della montagna soffiava furiosamente, Aeryn si svegliò al suono del drago che si agitava fuori dalla sua grotta. Corse da lui e lo trovò in uno stato di ansia evidente. Le sue squame brillavano di una luce pulsante e i suoi occhi, solitamente calmi e lucenti, erano inquieti. Nyverath era in preda a un conflitto interno, una battaglia tra il suo istinto selvaggio e la connessione con la sua cavaliere.
Aeryn si avvicinò cautamente, cercando di calmare il suo compagno. “Sono qui, Nyverath,” mormorò, posando una mano sul muso del drago. Le sue parole erano piene di calore e rassicurazione, ma il drago si scrollò di dosso il contatto, emettendo un ruggito che risuonò tra le pareti di roccia.
Era chiaro: Nyverath doveva affrontare qualcosa che era dentro di lui. Sir Althar la raggiunse poco dopo, spiegandole che tutti i draghi, crescendo, dovevano passare attraverso una prova chiamata “La Rivelazione del Drago”. Una prova interiore in cui avrebbero dovuto decidere se abbracciare completamente il legame con il loro cavaliere o seguire il proprio istinto primordiale e selvaggio.
Per giorni, Aeryn non fece altro che vegliare su Nyverath, permettendogli lo spazio necessario per trovare il proprio equilibrio. Una mattina, mentre il sole sorgeva sulle montagne, Nyverath si avvicinò a lei, il suo sguardo ora calmo e deciso. Aveva superato la prova. Si era scelto, una volta per tutte, come drago e come compagno di Aeryn. Da quel momento, il loro legame non fu mai più messo in discussione.
Capitolo 8: La Caduta degli Amici
Mentre il legame tra Aeryn e Nyverath diventava sempre più forte, le tensioni nell’Accademia continuavano a crescere. Il tradimento di Rurik aveva lasciato cicatrici profonde tra i cavalieri, e la paura del ritorno di quelle forze oscure aleggiava costantemente tra di loro. Alcuni cavalieri, soprattutto quelli che avevano sempre nutrito dubbi su Aeryn, cominciarono a cedere alla disperazione.
Un giorno, un gruppo di cavalieri decise di lasciare l’Accademia, convinti che la missione di proteggere il cristallo fosse un’impresa destinata al fallimento. Tra loro c’era anche Thalia, una ragazza che era stata una delle poche amiche di Aeryn durante i primi mesi di addestramento. La partenza di Thalia lasciò un vuoto incolmabile in Aeryn, che non riusciva a capire come la sua amica potesse arrendersi così facilmente.
Thalia, infatti, aveva deciso di unirsi a un gruppo di mercenari che avevano scelto di servire il misterioso stregone. Aeryn la incontrò una notte, durante una pattuglia solitaria. Thalia, accompagnata da uomini con sguardi freddi e senza scrupoli, la affrontò, cercando di convincerla a lasciare l’Accademia e unirsi a loro. “Non c’è speranza per noi, Aeryn,” le disse Thalia, gli occhi pieni di amarezza. “Lo stregone è troppo potente. Unisciti a noi e potrai salvarti.”
Aeryn rifiutò. Era decisa a non cedere alla paura. La loro amicizia si infranse definitivamente, lasciando Aeryn più sola che mai. Quella notte, mentre tornava all’Accademia, giurò a sé stessa che avrebbe difeso il cristallo e tutti coloro che credevano ancora in qualcosa di più grande del potere e della paura.
Capitolo 9: L’Alba dell’Ultima Battaglia
Il giorno della battaglia finale arrivò prima di quanto chiunque avesse previsto. Lo stregone, una figura alta e avvolta in un manto di ombre, avanzò verso l’Accademia con il suo esercito di creature malvagie, ognuna più terrificante dell’altra. Le campane dell’Accademia suonarono l’allarme, richiamando tutti i cavalieri.
Aeryn montò su Nyverath, il cuore che batteva all’impazzata. Questa non era più solo una battaglia per dimostrare il proprio valore; era una battaglia per il futuro dei draghi, dei cavalieri, e delle terre che tanto amava. Quando si sollevarono in volo, vide la distesa dell’esercito nemico, una marea nera che avanzava verso la montagna. I cavalieri si schierarono, ognuno su un drago imponente, e insieme planavano sopra le truppe nemiche, pronti ad affrontare il loro destino.
Lo scontro fu feroce. I draghi ruggivano e lanciavano fiamme, mentre gli eserciti del nemico rispondevano con incantesimi e frecce avvelenate. Aeryn e Nyverath si mossero come un’unica entità, fendendo l’aria e abbattendosi sulle creature dell’oscurità. Il cielo sopra Telrath sembrava diviso tra luce e tenebra, un immenso duello tra la speranza e la disperazione.
Nel bel mezzo della battaglia, Aeryn individuò lo stregone, che avanzava verso il cuore della Montagna, il cristallo dorato. Con un grido, spinse Nyverath in picchiata, determinata a fermarlo. Lo stregone alzò la mano, evocando ombre che si avvinghiarono attorno a Nyverath, trattenendolo. Per un attimo, tutto sembrò perduto: il drago lottava, ma la forza oscura lo sopraffaceva.
Aeryn capì che non poteva vincere questa battaglia solo con la forza. Doveva usare ciò che aveva imparato dal suo legame con Nyverath. Chiuse gli occhi e, con una concentrazione assoluta, si lasciò andare alla connessione profonda che aveva con il suo drago. Sentì il calore del cristallo, il legame tra tutti i cavalieri e draghi. Sentì l’energia crescere, finché Nyverath, alimentato da quella forza comune, riuscì a spezzare le catene oscure.
Con un ultimo ruggito, Nyverath si avventò contro lo stregone, e con un lampo di luce dorata, lo stregone fu abbattuto. L’esercito nemico, senza il suo leader, iniziò a disperdersi, fuggendo nella confusione.
Quando il sole sorse sulle colline di Telrath, la battaglia era vinta. Aeryn, con il cuore ancora in tumulto, guardò il cielo tingersi di rosa e arancione, e comprese che il loro viaggio era solo all’inizio.
Capitolo 10: Ali Dorate – la Vittoria di Aeryn
L’ultima battaglia fu la più dura. Le terre erano minacciate da un potente stregone, una figura che sembrava invincibile e che controllava un’armata di creature malvagie. Aeryn sapeva che questa sarebbe stata la prova definitiva. Insieme agli altri cavalieri, volò incontro al nemico, guidando Nyverath come se fossero una cosa sola.
Durante lo scontro, Nyverath fu ferito, e per un attimo tutto sembrò perduto. Ma Aeryn non si arrese. Con una forza che proveniva dalla sua stessa anima, riuscì a risvegliare un potere nascosto dentro Nyverath, una luce dorata che emanava da lui e che spazzò via le ombre del nemico. La vittoria fu loro, ma non senza sacrifici.
Alla fine della battaglia, il nome di Aeryn divenne leggenda. La fragile ragazza di Telrath era ora la cavaliere più forte, quella che aveva unito l’Accademia e portato speranza in tempi bui. Le ali dorate di Nyverath brillavano nel cielo, un simbolo del coraggio che era stato forgiato nel fuoco delle difficoltà.
Conclusione
La storia di Aeryn ci insegna che il valore non risiede nella forza fisica, ma nella determinazione del cuore. Anche coloro che vengono considerati deboli possono, con il giusto coraggio e sacrificio, elevarsi al di sopra di tutto e tutti.
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