Il segreto del viadotto

Il segreto del viadotto

Prologo

Il vento soffiava freddo quella notte, incanalandosi attraverso le arcate del viadotto come un urlo lontano. La luna, velata dalle nuvole, gettava una luce fioca sulla strada deserta. Le uniche tracce di vita erano le foglie morte che danzavano nell’aria gelida e il rumore di passi affrettati. Un uomo camminava da solo, il volto nascosto da un cappuccio che lo proteggeva dall’umidità e, forse, da sguardi indesiderati.

Ogni passo era un martellare costante sull’asfalto, mentre si avvicinava sempre di più alla meta. Il viadotto si stagliava contro il cielo come una grande ombra. Era qui che tutto doveva finire. L’uomo si fermò sotto l’arco centrale, controllando l’orologio al polso. Le lancette segnavano le 22:13. Si chinò per sistemare qualcosa a terra, poi si alzò di scatto, il respiro affannoso nel silenzio notturno. Qualcosa lo aveva colpito. Un rumore? Un’ombra? Era troppo tardi per scappare.

Ore dopo, le sirene della polizia infransero la quiete della notte. Sotto il viadotto, illuminato dalle luci intermittenti dei lampeggianti, giaceva il corpo senza vita di un uomo. Il suo orologio si era fermato esattamente alle 22:13


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