La pioggia batteva incessante sul tetto della grande tenuta dei Flarck. Le colline erano avvolte da una foschia spessa, e il vento faceva piegare gli alberi come se stessero sussurrando segreti dimenticati. All’interno della casa, la luce tremolante delle candele illuminava i volti delle due famiglie rivali: i discendenti della matriarca Anja Flarck, divisi in due fazioni che avevano ormai dimenticato il significato di “famiglia”.
Anja, sul letto di morte, aveva gli occhi socchiusi. La sua voce flebile era ancora capace di imporre silenzio nella stanza. Con un ultimo sguardo, fissò uno per uno i membri della sua stirpe, come se volesse scolpire nei loro cuori le parole che avrebbe detto.
“Ricordate le radici che vi legano, non dimenticate… il sangue è più forte di qualsiasi odio”. Un ultimo respiro, un ultimo battito, e poi silenzio. La sua morte, lontano dal portare pace, divenne la scintilla che avrebbe innescato l’incendio della discordia.
Mentre la pioggia aumentava, fuori dalla finestra una sagoma si stagliava tra le ombre del giardino. Nessuno si rese conto che quel giorno, più di ogni altro, il vero nemico era già in agguato, pronto a sfruttare ogni debolezza dei Flarck.
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